giovedì 18 settembre 2014

There Goes the Neighborhood

Là ci va il vicinato, la via si vede dalla valle ma pochi vanno a visitarla, la via si vedeva dalla valle anche nel 1993 ma furono i due americani Mark Francis Twight e Scott Backes arrivati con la fancy car e con i loro ferri da battaglia a risolvere quella linea sulla bocca dei locals.
Così con le condizioni di piacere di questi giorni anche noi arriviamo incazzati neri a Chamonix, non abbiamo la macchina che molleggia a ritmo di musica come veri niggas ma tiriamo al limite la super punto, ci vestiamo in auto, facciamo il pit stop e quasi perdiamo la speranza quando notiamo che il solito parcheggio è occupato da un luna park... Il cimitero ci apre i suoi cancelli ma pensiamo sia troppo presto così sterzo bruscamente e molliamo la macchina nel primo buco. Saltiamo sul trenino tre minuti prima dell'ora X perchè crediamo in quello che facciamo.
La nebbia avvolge le nostre pareti, l'ignoto permane nelle nostre menti, accendiamo un fuoco per scaldarci.
Le perfette strisce di ghiaccio che sogno di scalare non ci sono, solo un rigagnolo di verglass indica la linea quasi a sbeffeggiarsi di noi.
Forse non sappiamo che il rock è solo per i bianchi, forse non conosciamo le regole.
Non importa perchè attacchiamo lo sperone roccioso salito da Joe Brown e Tom Patey nel 1963, una linea geniale che attraverso la buca delle lettere e qualche fessura all'inglese permette di accedere all'anfiteatro superiore. Ormai il sole ci scalda, la tensione si rompe chiacchierando e ansimando in modo provocante, ahhh ahhhh ahhhhh! La francesina deve fare attenzione! L'ascensione propriamente detta sembra prender forma, ogni volta che guardiamo in su il ghiaccio è sempre di più! Ci convinciamo che la via è in super condizioni e questo ci fa godere appieno il bivacco e i privilegi che saltano fuori dallo zaino.
Il mare di nubi inonda le valli, le termiche salgono, il tramonto si infiamma e puntuali i corvi di Odino rientrano per portare consiglio e per riferire tutto ciò che accade. Speriamo nel lascia passare.
Certe cose funzionano solo secondo disciplina e ogni volta che non si ha voglia penso che devo fermarmi nella bufera durante la lunghezza e tirarmi su il cappuccio, questo sforzo principalmente psicologico mi darà una soddisfazione psicofisica una volta in sosta, condizione necessaria ad avanzare.
Quindi sciogliamo la neve, ci idratiamo e ci alziamo presto. Non manchiamo di viziarci con slinzega, strolghino, parmigiano e birra dello stupro. Fumiamo come gli indiani la sera prima della battaglia.
Certi pezzi è meglio salirli di notte, la lampada frontale illumina i piedi e tutto il resto rimane avvolto nel buio, l'ignoto non permette di cadere. Siamo d'accordo.
Mi esce un rampone e devo piegare il puntale con le mani, a David si svita una becca e deve tirarla più volte. Rischio di stordire la francesina con un mattone di ghiaccio... Sorry puor le glace!
Le picche stridono spesso lontano dalle protezioni, sappiamo che dobbiamo scalare, ci dedichiamo pienamente perchè qui non c'è altro da fare. Un colpo dopo l'altro e una serie di calci volanti, siamo fuori e il sole ci ridà la giusta prospettiva, anche la fatica ci fa capire che siamo alti. Roccia ma poi ancora misto fino in cima a queste guglie senza nome.
Una cresta che richiede ogni tipo di progressione, una condizione che costringe a decisione su decisione.
Scegliamo e aspettiamo poi scendiamo. Scappiamo ma in realtà la scampiamo!
Siamo impotenti sotto i fischi delle scariche, tremiamo invece che ruggire, lo scuro diventa un buco nero, ci fermiamo.
Le ore passano lente, il dormiveglia non consente lucidità sufficiente. Sogno? Delirio? Allucinazioni? Non c'è pace ma solo sassi nel sacco a pelo.
L'alba porta la luce, le maschere si calano, arriva il brutto e noi ce la filiamo.
Ormai camminiamo e quindi ridiamo.
Ormai beviamo e mangiamo, i vestiti imbevuti di paura e fatica sono sostituiti da shorts e camicia hawaiana!

We're here, we ain't goin' nowhere
We're movin' right next door to you
Body count, muthafucka
And those of you that don't like it
Can suck, my muthafuckin' dick, ha, ha, ha, ha !!!!


There Goes the Neighborhood, Body Count

"Hai accettato il lavoro che ti ha offerto, e lui ha in pugno il tuo futuro. Hai l'indispensabile e anche il superfluo, attestati di successo che credevi ti avrebbero dato stabilità e che danno sicurezza al tuo capo. Non sei stufo di essere tentato da uno stile di vita alternativo, mentre ti ritrovi legato da catene che ti sei scelto da solo? 
Mescola un diploma delle superiori con una laurea breve e un fidanzamento da collegiale. Con un frullino unisci due auto, una casa tirata su in economia in una stradina a fondo chiuso, e 50 ore lavorative alla settimana in un ufficio che gli frega proprio niente di te. Riproduciti una volta, poi una seconda. Metti tutto dentro un solco, o una fossa. La differenza è che il primo è un pò più lungo della seconda. Inforna a calore vivace, finchè la vita che ne risulta è pronta. Rigida. Senza via di scampo. Servila a tavola. E buon appetito."


Confessioni di un Serial Climber, Mark Twight

Video.... 
http://vimeo.com/106597035

















                                      





























































 


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